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Enrico Riva e il ritorno a scuola: quando la formazione professionale diventa resilienza

Enrico Riva e il ritorno a scuola: quando la formazione professionale diventa resilienza

Un nuovo capitolo nella storia di un tecnico instancabile. Non è una rinascita, ma un atto di resilienza consapevole.

La storia di Enrico Riva, classe 1967, tecnico elettronico, manutentore, magazziniere, progettista, autista soccorritore, racconta il percorso di chi ha sempre lavorato, adattandosi al cambiamento, senza mai perdere il contatto con la propria identità professionale.

Nel 2024, però, accade qualcosa di diverso. Dopo anni di ricollocamenti riusciti, Enrico si trova per la prima volta fuori dal mondo del lavoro, senza prospettive immediate e senza la forza per affrontare nuovi colloqui. Non si tratta di una disfatta, ma di un momento di stanchezza profonda. Un punto di sospensione.

Poi, una scoperta: esiste un’opportunità formativa gratuita, pensata proprio per chi ha competenze, esperienza e voglia di rimettersi in gioco. Ed è proprio lì, a Sesto San Giovanni, dove tutto era cominciato.

Il ritorno al CNOS-FAP: memoria, significato e resilienza

Il corso GOL per Elettricista e Quadrista base, promosso dal CNOS-FAP di Sesto San Giovanni, non è stato solo un’occasione tecnica. Per Enrico è stato un ritorno simbolico: varcare di nuovo il cancello della scuola che lo aveva formato, dopo quasi quarant’anni, ha avuto un valore che va oltre l’aula e il laboratorio.

E lì, tra attrezzi e nuovi compagni di corso, Enrico incontra Massimiliano Boracchi: un ex compagno di classe, oggi suo docente. Un dettaglio che diventa metafora. Chi era stato al suo fianco da ragazzo, oggi gli insegna. Non per superiorità, ma per condivisione di un sapere che ha radici comuni. Una circolarità educativa che solo un ambiente come CNOS-FAP può generare.

Curriculum di una vita che non si è mai fermata

La storia lavorativa di Enrico è un archivio vivente delle trasformazioni industriali degli ultimi trent’anni.
Dall’ufficio tecnico di progettazione elettronica alle riparazioni su router e reti di telecomunicazione, dalla manutenzione di impianti di depurazione alla logistica e gestione magazzino, fino all’esperienza da autista soccorritore durante il Covid. Un mosaico di incarichi, aziende, competenze acquisite sul campo.

Ogni lavoro lasciato è stato sempre sostituito da un altro. Non per inseguire qualcosa, ma per restare dentro il mondo del lavoro, anche quando il contesto diventava incerto o ostile.

Eppure, in quell’agosto 2024, Enrico sente che qualcosa si è spezzato. Il mercato è cambiato. Il tempo corre. E lui rischia di restare indietro. È allora che, con il supporto di Francesco Sala e Sergio Slavazza, decide di tornare a formarsi. Non per cominciare da zero, ma per riaccendere il motore.

Enrico Riva e il ritorno a scuola: quando la formazione professionale diventa resilienza

La formazione come spazio di continuità

Il percorso di Enrico al CNOS-FAP di Sesto S.Giovanni non rappresenta una frattura con il passato, ma una prosecuzione coerente della sua identità professionale.
Un ambiente tecnico, concreto, rispettoso delle storie individuali. Un luogo dove la formazione professionale è anche cura della persona, ascolto, restituzione di dignità.

In quel laboratorio, Enrico ritrova il gesto tecnico, la concentrazione sul dettaglio, la soddisfazione del lavoro ben fatto. Ma soprattutto ritrova il senso di far parte di qualcosa. E questo, per chi ha sempre lavorato, è forse la cosa più importante.

Resilienza: il filo che tiene insieme tutto

Il termine “resilienza” viene spesso usato a sproposito. Nel caso di Enrico Riva, invece, è la parola giusta. Non ha mai smesso di lavorare, di imparare, di adattarsi. Anche nei momenti più duri, ha cercato una via d’uscita. E quando ha visto una possibilità, ha avuto il coraggio di tornare al punto di partenza, per riprendere il cammino con uno sguardo nuovo.

La sua non è una storia eccezionale. È una storia possibile, concreta, reale. Ma proprio per questo ha valore. Perché ci ricorda che la formazione professionale può essere un legame tra ciò che siamo stati e ciò che possiamo ancora diventare.

Una lezione per tutti

Enrico ha scelto di continuare, iscrivendosi anche a un corso in domotica. Lo fa con lucidità, non con entusiasmo ingenuo. Perché la resilienza non è euforia, è determinazione silenziosa.
E questa determinazione nasce da un’esperienza educativa che non dimentica mai che dietro ogni curriculum c’è una persona. Una persona che può, ancora oggi, imparare.

Il Corso GOL per Operatore Meccanico chiude la sua terza edizione a Sesto San Giovanni

Il Corso GOL per Operatore Meccanico chiude la sua terza edizione a Sesto San Giovanni

Un percorso formativo gratuito che avvicina giovani e adulti al mondo del lavoro

In questi giorni che precedono la Pasqua, si è conclusa con entusiasmo e soddisfazione la terza edizione del Corso GOL per Operatore Meccanico (livello base) promosso da CNOS-FAP Regione Lombardia nella sede di Sesto San Giovanni. Un percorso intensivo di 100 ore pensato per giovani e adulti disoccupati, volto a fornire le competenze fondamentali per entrare nel mondo della meccanica industriale.

Un’esperienza di formazione concreta, coinvolgente e dal forte impatto umano, resa possibile grazie all’impegno di un team di formatori esperti e alla guida discreta ma costante di una figura speciale: il signor Silvano Casiraghi salesiano e memoria storica dell’officina di Sesto, che ha accompagnato gli allievi passo dopo passo con la sua presenza attenta e paterna.

Il Corso GOL per Operatore Meccanico chiude la sua terza edizione a Sesto San Giovanni

Formazione tecnica e pratica: cosa si impara nel corso

Il Corso GOL per Operatore Meccanico è pensato per chi vuole ricominciare. Rivolto in particolare a persone in cerca di occupazione, il percorso ha l’obiettivo di fornire competenze di base nella lavorazione meccanica, spendibili fin da subito nel mercato del lavoro.

Durante le 100 ore di formazione, i partecipanti hanno affrontato diversi moduli fondamentali per iniziare a operare in un’officina meccanica:

  • Disegno tecnico: imparare a leggere e interpretare un progetto meccanico è il primo passo per chi vuole lavorare nel settore.
  • Lavorazioni da banco e con attrezzi manuali: dalla lima alla morsa, passando per seghetti e calibri, ogni strumento ha un suo ruolo nella precisione del pezzo finale.
  • Utilizzo del trapano a colonna: uno dei macchinari più diffusi in officina, che richiede competenze e attenzione.
  • Uso del tornio parallelo: una delle fasi più affascinanti e tecniche, dove il metallo prende forma sotto le mani dell’operatore.
  • Attrezzaggio delle macchine utensili: perché non basta saperle usare, bisogna anche saperle preparare.
  • Sicurezza sul lavoro: un elemento imprescindibile, per lavorare bene, in modo responsabile e nel rispetto delle normative.

Gli allievi hanno potuto lavorare a stretto contatto con macchinari professionali, imparando non solo le tecniche ma anche la cura, l’ordine e la disciplina che caratterizzano l’ambiente di un’officina vera.

Il Corso GOL per Operatore Meccanico chiude la sua terza edizione a Sesto San Giovanni

Una squadra di formatori appassionati

A rendere speciale questo corso non sono stati solo i contenuti, ma anche le persone che lo hanno animato. Il gruppo dei formatori è composto da professionisti con anni di esperienza alle spalle e una grande capacità di trasmettere conoscenze tecniche in modo semplice, diretto e coinvolgente.

  • Alessandro Bosio, giovane esperto in macchine utensili e tornitura, ha guidato i partecipanti nelle prime fasi operative.
  • Carmela Muriano, insegnante attenta ai dettagli, ha illustrato con chiarezza le regole fondamentali di sicurezza.
  • Lorenzo Pirotta, formatore appassionato e polivalente, ha condotto il modulo di disegno tecnico.
  • Alessandro Rudilosso, tecnico meccanico, ha supportato l’attività al banco e nelle lavorazioni manuali al tornio. 
  • Mario Stevanella, veterano della formazione tecnica, vero regista del corso, ha contribuito a gestire la classe, con la sua visione d’insieme e la sua pazienza.
  • Maurizio Todeschini, Segretario Nazionale del settore meccanico del CNOS-FAP, ha progettato con equilibrio l’impalcatura del corso.

Ognuno di loro ha portato in aula non solo le competenze, ma anche il valore aggiunto di chi crede davvero nell’importanza della formazione professionale come strumento per il riscatto e la crescita personale.

Il valore della presenza salesiana: Silvano Casiraghi

Ma a dare un’anima speciale a questa edizione è stata soprattutto la presenza del signor Silvano Casiraghi, salesiano e punto di riferimento dell’officina di Sesto San Giovanni. Conosciuto e stimato da generazioni di allievi, Silvano ha affiancato i partecipanti come una sorta di “angelo custode” del gruppo.

Ogni giornata di lezione ha accolto i ragazzi con un sorriso, salutandoli al termine, con una parola di incoraggiamento. E nel mezzo, le sue famose “pause merenda”, momenti di convivialità diventati veri e propri riti, dove si intrecciano storie, consigli di vita e tanta umanità.

Con il suo approccio caloroso e insieme professionale, Silvano ha saputo creare quell’ambiente tipico delle scuole salesiane: accogliente, formativo, capace di mettere al centro la persona. Un valore che va ben oltre la tecnica, e che lascia un segno duraturo nei partecipanti.

Il Corso GOL per Operatore Meccanico chiude la sua terza edizione a Sesto San Giovanni

Perché scegliere un corso GOL con CNOS-FAP Regione Lombardia

Il programma GOL si inserisce all’interno delle misure attive per il lavoro promosse da Regione Lombardia, con il sostegno del PNRR. I corsi GOL proposti da CNOS-FAP Regione Lombardia sono completamente gratuiti e rivolti a chi è iscritto al Centro per l’Impiego, con percorsi costruiti su misura per facilitare il reinserimento lavorativo.

Scegliere un corso CNOS-FAP Regione Lombardia significa:

  • Accedere a formazione professionale di qualità.
  • Imparare da formatori con esperienza reale in azienda.
  • Svolgere attività in laboratori attrezzati e ambienti produttivi veri.
  • Entrare in contatto con una rete di imprese del territorio.
  • Essere accompagnati in ogni fase del percorso, anche con servizi di orientamento e supporto alla ricerca attiva del lavoro.

Il tutto in un contesto educativo ispirato ai valori salesiani: educazione, accoglienza, impegno, comunità.

Un primo passo verso il lavoro (e la fiducia)

Molti degli allievi che hanno partecipato a questa edizione del corso non avevano mai messo piede in un’officina. Alcuni venivano da percorsi scolastici interrotti, altri da esperienze lavorative in settori molto diversi. In comune avevano la voglia di rimettersi in gioco, di imparare qualcosa di nuovo, di rimettere in moto le proprie competenze.

Al termine delle 100 ore, sono usciti con un bagaglio di conoscenze tecniche, certo, ma anche con una rinnovata fiducia in sé stessi. “Ho scoperto di saper fare qualcosa con le mani”, ha raccontato un partecipante. “E ora so che posso imparare, che posso lavorare”.

Un piccolo-grande risultato che è la vera forza di questi percorsi: ridare slancio, visione, possibilità.

 

Convegno Pensare con le mani. Manifesto del lavoro buono

Convegno Pensare con le mani. Manifesto del lavoro buono 2

Riflessione sul lavoro manuale

Domande sul lavoro, domande sulla formazione adeguata al lavoro, domande su quali mestieri sono attuali e richiesti, quesiti da cui partire per favorire l’occupazione e la crescita dell’Italia. Punti interrogativi da chiarire se si vuole andare oltre al mismatch e raggiungere un’occupazione piena e qualificata.

Pensare con le mani” fa eco alla famosa espressione di Don Bosco “l’intelligenza nelle mani” con cui si dava centralità e valore alle attività artigianali e ai mestieri.

In 150 anni il lavoro si è evoluto, ma la manualità è ancora centrale, basti pensare alle tre F dell’eccellenza del Made in Italy: Food, Fashion, Factory che richiedono persone la cui competenza è espressa nella maestria manuale.

Occorre convincersi che è imprenscindibile formare e far conoscere, senza discriminazioni culturali, le potenzialità occupazionali e di soddisfazione personale che derivano dal lavoro sapiente delle mani – ha sottolineato Don Fabrizio Bonalume Direttore Generale CNOS-FAPun valore inesauribile che è una ricchezza sociale ed economica.”

Il lavoro buono – aggiunge Don Fabrizio Bonalume – è quello che può ridare ai ragazzi la capacità di sognare. Oggi abbiamo la possibilità di darla ai ragazzi. Nell’800 don Bosco capisce che non può fare da solo, così inizia a fare i primi contratti di apprendistato con cui gli artigiani educano e formano i ragazzi. Nei primi contratti don Bosco chiede agli artigiani di essere i padri dei ragazzi affidati. Il grido dei ragazzi oggi deve trovare una risposta nell’offerta professionale”.

Manifesto del lavoro buono

Riguardo al “Manifesto del lavoro buono”, presentato durante il convegno, aggiunge: “Le prime cento firme delle aziende le abbiamo raccolte in una settimana e hanno bisogno di una risposta da parte della politica. Oggi sono tante le aziende che hanno bisogno di giovani operai che abbiano voglia di creare con le mani. A questi giovani è stata tolta la capacità di buttarsi e di sognare. Se continuiamo a dare solo una risposta tecnica, perché mancano le competenze, ci dimentichiamo di formare i ragazzi. Non basta insegnare a usare un macchinario ma dobbiamo passare la capacità di formare nel desiderare e pensare perché è troppo importante”.

Ruolo dei giovani nel mondo del lavoro

La senatrice Paola Binetti ha ribadito il valore dell’incontro: “I giovani possono e devono essere protagonisti del processo di trasformazione del mondo del lavoro. tocca a loro cambiare le cose ed essere capaci di farlo. Ma per questo hanno bisogno di un nuovo modello di formazione. Una formazione che crei nuove modalità in cui il sapere e il saper fare dialogano con la testa e con le mani, per riuscire a confezionare prodotti nuovi, non solo per disegno e funzionalità, ma soprattutto perchè tecnologicamente pronti a risolvere problemi vecchi e nuovi.”

Il Manifesto, redatto dal professor Dario Nicoli, scaturisce da una concreta analisi dei numeri, oltre ad una lettura socioeconomica del Paese. La formazione è l’asset strategico più rilevante per lo sviluppo dell’Italia. La situazione è emergenziale. “Oggi viviamo le conseguenze negative della denigrazione del lavoro manuale, nonostante questo sia felicità. C’è una voglia di fondo di sfuggire all’alienazione dell’astrattismo professionale, c’è bisogno di pensare di saper fare e concretizzare la propria maestria – racconta Nicoli – dall’altra parte c’è il grido di dolore di imprese che non trovano lavoratori qualificati e posti qualificati che restano orfani per manchevolezze del sistema.

Iniziative del governo per il lavoro e la formazione

Dobbiamo guardare all’investimento sul lavoro come a uno dei fattori di competitività del Paese” “Il lavoro manuale – afferma il Ministro Orlandoè stato svalutato dal punto di vista culturale, perché i modelli sono esistenziali. Non tutto il lavoro manuale è ripetitivo e dequalificato ma ha una funzione di carattere essenziale. Il riconoscimento è fondamentale. Durante il Covid, ci siamo accorti del lavoro di cura qualificato o del lavoro di pulizie per la sanificazione”. “Il racconto del Paese – continua – non considera il lavoro e quasi mai il lavoro dei servizi che è una parte essenziale per il funzionamento del Paese”.
Il ministro ha ricordato in particolare il Programma GOL che si inserisce nell’ambito del PNRR. “Saranno beneficiari i lavoratori più fragili che hanno sofferto per la pandemia fra i quali i disabili, le donne i giovani e i lavoratori autonomi. Saranno offerti cinque percorsi sulla base delle distinzioni di partenza”. Riguardo al contratto di apprendistato, il ministro ha aggiunto: “Siamo disponibili a renderlo più semplice. Togliamo di mezzo gli utilizzi a spizzichi e bocconi del lavoro che non sono compatibili con un investimento sul capitale umano”. In questo senso, “rimettere al centro il lavoro manuale aiuta”.

Patrizio Bianchi, Ministro della Pubblica Istruzione, in conclusione ha evidenziato come il lavoro sia un’azione collettiva sulla base della solidarietà e la necessità di un confronto continuo per progredire nel cambiamento reciproco.

Hanno partecipato al dibattito rappresentanti del mondo dell’impresa, l’Amministratore Unico Sielte S.p.A. Salvatore Turrisi, Valentina Losa di G.D.E. Bertoni S.r.l. e Mariacristina Gribaudi CEO di Keyline S.p.A.- nonché il pofessor Giorgio Vittadini. Interventi molto interessanti dell’Istituto Italiano della Saldatura e di Maurizio Todeschini Segretario Nazionale Settore Meccanico CNOS-FAP.